Vergogna a sinistra
http://liberoblog.libero.it/cronaca/bl6385.phtml
Lei non sa chi sono io!
Una deputata dei ds cerca di saltare la fila all'ospedale. «Io sono un'onorevole, amica dei primari!». Un esempio edificante per i normali cittadini sottoposti ad attese estenuanti e disagi a non finire
di Massimo Coppa Zenari
Sembra incredibile, ma ancora oggi c'è chi ricorre alla triste e frusta frase «Lei non sa chi sono io». E non la dice qualche sciocco affetto da una smisurata ed ingiustificata stima di sé stesso, ma la profferisce un parlamentare della Repubblica. E che, oltretutto, è una signora.
Un episodio apparentemente di altri tempi, eppure è successo il 4 marzo al Pronto Soccorso dell'ospedale «Cardarelli» di Napoli. Lo riferisce il «Corriere del Mezzogiorno», costola napoletana del «Corriere della Sera». Protagonista dell'infortunio (chiamiamolo così) è Maria Fortuna Incostante, personaggio abbastanza noto della sinistra napoletana da molti anni, ed attualmente deputato nelle fila dei Ds.
Racconta il quotidiano, nel dettagliato articolo di Gianluca Abate, che ha avuto modo di visionare alcuni documenti sull'accaduto, che la Incostante ha accompagnato la madre all'ospedale. Erano le 16.24. Dopo quarantuno minuti, la Incostante si è stufata di aspettare e, soprattutto, pare si sia stufata del fatto che i sanitari dessero la precedenza a casi gravi, assegnando alla madre un rassicurante «codice verde»: vale a dire che la signora non correva pericolo per la sua salute e poteva fare un po' di anticamera.
Ma la figlia onorevole non l'ha pensata allo stesso modo, ed ecco partire il fatidico: «Io sono un'onorevole, sono amica dei primari: ora li chiamo!». Detto, fatto. Un primario di quelli «investiti» ha successivamente pure chiesto spiegazioni per iscritto alla dottoressa responsabile di turno del Pronto Soccorso. Ma questa non si è fatta intimidire ed ha risposto per le rime, e per iscritto.
Questo documento è stato visto dal cronista del «Corriere del Mezzogiorno». Tra le altre cose vi si legge: «La figlia della paziente accedeva al presidio radiologico (un'area ad ingresso limitato) e chiedeva nuovamente spiegazioni, lamentando di non ricevere soddisfacente risposta. La signora rafforzava il suo eloquio presentandosi come 'onorevole', pur non essendo noi in una Camera di Deputati (...)». A quel punto, le telefonate. Inutili, perché la Incostante non ha saltato comunque la fila. Altri quindici minuti nei quali l'onorevole, scrive ancora la dottoressa di turno, «ha tenuto un comportamento arrogante che ha generato agitazione nei pazienti in attesa davanti alla sala radiologica».Ogni commento credo che sia superfluo.
Che questo possa accadere a destra non mi stupisce.
Che accada in casa DS è vergognoso.
Buttatela fuori. E velocemente.
Lei non sa chi sono io!
Una deputata dei ds cerca di saltare la fila all'ospedale. «Io sono un'onorevole, amica dei primari!». Un esempio edificante per i normali cittadini sottoposti ad attese estenuanti e disagi a non finire
di Massimo Coppa Zenari
Sembra incredibile, ma ancora oggi c'è chi ricorre alla triste e frusta frase «Lei non sa chi sono io». E non la dice qualche sciocco affetto da una smisurata ed ingiustificata stima di sé stesso, ma la profferisce un parlamentare della Repubblica. E che, oltretutto, è una signora.
Un episodio apparentemente di altri tempi, eppure è successo il 4 marzo al Pronto Soccorso dell'ospedale «Cardarelli» di Napoli. Lo riferisce il «Corriere del Mezzogiorno», costola napoletana del «Corriere della Sera». Protagonista dell'infortunio (chiamiamolo così) è Maria Fortuna Incostante, personaggio abbastanza noto della sinistra napoletana da molti anni, ed attualmente deputato nelle fila dei Ds.
Racconta il quotidiano, nel dettagliato articolo di Gianluca Abate, che ha avuto modo di visionare alcuni documenti sull'accaduto, che la Incostante ha accompagnato la madre all'ospedale. Erano le 16.24. Dopo quarantuno minuti, la Incostante si è stufata di aspettare e, soprattutto, pare si sia stufata del fatto che i sanitari dessero la precedenza a casi gravi, assegnando alla madre un rassicurante «codice verde»: vale a dire che la signora non correva pericolo per la sua salute e poteva fare un po' di anticamera.
Ma la figlia onorevole non l'ha pensata allo stesso modo, ed ecco partire il fatidico: «Io sono un'onorevole, sono amica dei primari: ora li chiamo!». Detto, fatto. Un primario di quelli «investiti» ha successivamente pure chiesto spiegazioni per iscritto alla dottoressa responsabile di turno del Pronto Soccorso. Ma questa non si è fatta intimidire ed ha risposto per le rime, e per iscritto.
Questo documento è stato visto dal cronista del «Corriere del Mezzogiorno». Tra le altre cose vi si legge: «La figlia della paziente accedeva al presidio radiologico (un'area ad ingresso limitato) e chiedeva nuovamente spiegazioni, lamentando di non ricevere soddisfacente risposta. La signora rafforzava il suo eloquio presentandosi come 'onorevole', pur non essendo noi in una Camera di Deputati (...)». A quel punto, le telefonate. Inutili, perché la Incostante non ha saltato comunque la fila. Altri quindici minuti nei quali l'onorevole, scrive ancora la dottoressa di turno, «ha tenuto un comportamento arrogante che ha generato agitazione nei pazienti in attesa davanti alla sala radiologica».Ogni commento credo che sia superfluo.
Che questo possa accadere a destra non mi stupisce.
Che accada in casa DS è vergognoso.
Buttatela fuori. E velocemente.
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