Saturday, October 14, 2006

Lucia e Camilla

Credo fosse l'undici di Marzo del 1994. Mi pare di ricordare che fosse Sabato.
Ero solo, a Barcellona, e stavo tornando a casa. Ventiquattro anni, fresco di laurea.

Vi ho incontrate al distributore di benzina. Il tedesco stava andando verso Lione e aveva fretta di lasciarvi a qualcun altro. Tornavi a trovare la mamma a Firenze.

In serata eravamo a Sanremo.

Tu avevi 30 anni, Lucia. Così mi pare. E Camilla ne aveva tre.
Tu di Firenze, lui di Parigi, vende tutto, compra un camper e fuggite in Andalusia.

Ricordo il viaggio come un sogno ovattato.
Le tue canne ogni ora, Camilla che dormiva tutto il tempo, Mia Martini che canta con noi, e i racconti, le storie, le vite. E ogni volta che entravamo in un grill Camilla usciva con qualcosa in mano e tu eri disperata. Ed io che non avevo fame e che avrei finto di non averne pur di non accettare che tu mi pagassi il pranzo... partivi dall'Andalusia con centomila lire per andare a Firenze... e poi i fenicotteri rosa vicino a Marsiglia e la foto di voi accanto alla mia AX che sfrecciava a 150 sull'autostrada. E poi tu, che sentivi il richiamo dell'Africa.

L'ultima immagine è di noi tre, Camilla che tiene le nostre mani e io che abbraccio tutte e due davanti alla stazione di Sanremo.

A dodici anni e più di distanza ho la pelle d'oca ed un blocco allo stomaco a scrivere queste due righe. E' come se durante il viaggio avessimo vissuto insieme una vita piena di cose belle. Non so come sia, ma è così. E ogni tanto penso a voi: tu hai passato i quaranta e Camilla è quasi maggiorenne... e mi piacerebbe sapere che state bene e che hai mantenuto quella follia disorganizzata e quella gioia per la vita che ho vissuto con te una volta e immagino nei miei sogni ad occhi aperti che Camilla sia bella così come immagino fossi stata tu a sedici anni.

Non saprò mai nulla di voi, lo so.
Non ci vedremo più, lo so.

Ma penso a voi, e siete ancora lì.
Ciao, amiche.

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