Wednesday, November 28, 2007

Cabaret diabolico

Monsignor Antonio Riboldi, vescovo emerito di Acerra:
"La Chiesa non ha peli sulla lingua e se verrà dimostrato che questo sacerdote avrà sbagliato, sarà condannato. In ogni caso la Chiesa non va criminalizzata anche se attualmente è in atto una strategia diabolica volta a colpirla nel suo complesso. Ma non si può gettare fango su tutti per qualche mela marcia"

Ma chi te lo ha fatto fare di fare il monsignore?
Avresti avuto un successone con il cabaret...

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Monday, November 26, 2007

E' stata tua la colpa: allora, adesso che vuoi?

Cesa: «Le responsabilità sono di Berlusconi»
Il leader dell'Udc: «Cerchi di essere più umile, spesso ha anteposto i suoi interessi privati a quelli generali»



Il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa (Lapresse)

ROMA - Resta alta la tensione nel centrodestra, dove a una settimana dall'annuncio del varo del nuovo Partito del popolo della libertà da parte di Silvio Berlusconi continuano le frizioni tra i leader dei vari partiti della (ex) Cdl. A prendere la parola per una nuova stoccata nei confronti dell'ex premier è questa volta Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc: «Consiglierei a Berlusconi di fare uno sforzo di umiltà - ha detto Cesa ai microfoni della Rai -. Ciascuno di noi può aver commesso degli errori, ma le principali responsabilità sono le sue perchè troppo spesso ha anteposto i propri interessi privati a quelli generali del Paese».

«PRODI A CASA» - Cesa ha voluto replicare in questo modo a Berlusconi, che aveva giustificato la nascita della nuova formazione politica con la necessità di superare una coalizione, la Casa delle Libertà, che a suo dire «era un ectoplasma». Cesa però ha ribadito che «la priorità dell'Udc e di tutto il centrodestra resta quella di mandare a casa il governo Prodi».


«ATTACCO INGIUSTO» - La presa di posizione del leader centrista non è piaciuta a Forza Italia. Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore del partito, in una nota afferma che «sulla contrapposizione al governo Prodi e sull'impegno a farlo cadere il centrodestra è unito, come lo è a livello degli enti locali. Mentre sul resto, indubbiamente, è aperto un serrato dibattito». «È difficilmente contestabile - ha aggiunto - che Berlusconi ha ragione quando rileva le conseguenze fortemente negative che in un passato remoto e recente hanno prodotto le differenze interne alla Cdl: esse ieri hanno ostacolato l'azione del governo Berlusconi e oggi la battaglia di opposizione. L'attacco dell'onorevole Cesa è ingiusto e ingeneroso. Oggi si apre una nuova fase nella quale il confronto è del tutto aperto. Alla fine di essa siamo sicuri che si costruirà un nuovo tipo di bipolarismo, più organico e più maturo».


Mi suona strano quelle che dice Cesa visto che Egli non ha mai fatto affari con la politica, anzi!

Peraltro, la mia domanda è: se viene ammesso che nel governo precedente il governo stesso durante cinque anni di dittatura ha anteposto i diritti privati di uno (o più) rispetto a quelli del paese... perché adesso dovrebbe cambiare la linea d'azione?

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Sunday, November 25, 2007

Il cretino dà la colpa agli altri, il saggio a se stesso, il guru a nessuno.

Riportiamo, fedeli:


Nuovo attacco del Cavaliere a An e Udc: "Mi volevano processare"
Cita si sondaggi e dice: "Saremo il corrispettivo del Ppe"
Berlusconi: "Cdl ormai era ectoplasma
Gli ex alleati mi hanno fatto perdere"



Silvio Berlusconi
MILANO - "La Cdl era una specie di ectoplasma". Silvio Berlusconi usa poco parole per mettere la lapide su quella che prima del suo annuncio di piazza San Babila, era il contenitore che teneva insieme il centrodestra. Il Cavaliere, in collegamento telefonico con l' assemblea degli azzurri a Milano, giustifica così il suo impulso a costruire una nuova forza politica del centrodestra.

Il futuro, nei progetti del Cavaliere, si chiama partito della libertà. "Sarà il corrispettivo italiano di quella grande famiglia della democrazia e della libertà che è il Partito Popolare Europeo" dice Berlusconi. Che snocciola l'immancabile sondaggio. "Siamo al 35-37% dei consensi. Noi non dobbiamo avere paura di nulla e di nessuno".

Berlusconi, poi, torna ad attaccare gli ex alleati. Rivendica la bontà della sua decisione di dare "la spallata" al governo e dice che proprio quelle diverse visoni lo hanno convinto ad annunciare la nascita del Pdl: "Mi dicevano di non convocare il vertice perché altrimenti avremmo sancito che la Cdl si era ridotta". E' un fiume in piena il Cavaliere. Senza nominarli attacca Fini e Casini: "Non si poteva andare avanti con questi alleati che ci hanno fatto perdere le elezioni del 1996 e ci hanno condizionato mentre eravamo al governo"

"C'è stato perfino qualcuno - aggiunge Berlusconi - che voleva intentare un processo a me e a Forza Italia. Mi è venuto istintivo di dire 'e' venuto il momento di consolidare quel progetto del grande partito dei liberali e dei moderati sul quale abbiamo lavorato per due anni".


Domande:

Visto che non si è mai parlato di spallata, sono io che non capisco o non è ancora troppo tardi per smentire?

Visto che Fini e Casini (e Follini) hanno contribuito in maniera così prestante alla sconfitta, quanti minuti serviranno perché ritornino in auge e per smentire anche questa frase?

Visto che l'idea è quella di democrazia e di libertà, perché dovrebbe essere sbagliato intentare un processo al leader autoeletto di un partito che ha perso le elezioni per cercarne un altro?

Perché queste domande rimarranno senza risposta e nessun giornalista si prende la briga di farle?

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Friday, November 23, 2007

Ubi maior, minor cessat

Casini docet:
Quanto ai parrucconi, io la parrucca non ce l'ho, qualcun altro non lo so. Chieda a lui (Berlusconi), l'esperto di parrucche è lui e non io.

Berlusconi dice che non l'hanno fatto governare. Ma quanti errori gli hanno evitato i suoi alleati. Se avessimo parlato meno di giustizia e di tv forse avremmo vinto le elezioni.


Manca solo: All'attacco, Sbarbari!

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Wednesday, November 21, 2007

La prima gallina che canta è quella che ha cagato l'uovo

Mi mancava solo questa baggianata per finire la giornata in bellezza.

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Spazzolino

'A Gianfra'!

Alla fine gli hai tolto la lingua dal culo...

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Memorie di un'incazzatura

Qui sotto riporto tutto l'articolo.

Mi ricordo quella sera.
Ero a casa di quella troia forzaitaliota della mia ex.

Io ero sgomento, allibito, incazzato.
La vittoria era chiara, lampante, accecante nella sua ovvietà.
Ma nessun telegiornale dava la notizia.

Nessuno.
Nessuno.
Nessuno.

Nessun Emilio Fido a mettere bandierine azzurre.

Io urlavo al complotto.
E quella puttana, nervosa per la sconfitta, mi contestava.

Poi, il telegiornale di Rai3.
Lieve, mellifluo. Come se non si fosse trattato di una notizia importante.
Sugli altri canali: il nulla.
Mediaset? Lo scempio.

E finalmente, lei, la zoccola, incazzata e livida mi ha espulso da casa sua.


"Consulto Del Noce-Rossella sulle elezioni"
"Dati brutti, Cattaneo ora tenta di ritardarli"
Dai continui scambi di informazione tra le due aziende nelle ore dell'agonia del Papa
al "gioco di squadra" tra Tg1 e Tg5 per pianificare la strategia alle ultime elezioni


La morte del Papa. Il primo aprile 2005 il mondo è con il fiato sospeso. L'agonia di Giovanni Paolo II sembra essere giunta alla fine. E nelle redazioni giornalistiche cresce l'ansia per non farsi cogliere impreparati all'appuntamento con un evento storico. Tanto più che in Italia l'avvenimento potrebbe avere riflessi anche sulle elezioni che si svolgeranno il 3 e 4 aprile. I brogliacci delle intercettazioni telefoniche eseguite dalla Guardia di Finanza su ordine dei pm di Milano Laura Pedio e Roberto Pellicano e relativi al fallimento della Hdc, svelano come quei giorni furono vissuti freneticamente alla Rai.

Alla notizia del peggioramento delle condizioni del pontefice i responsabili del palinsesto di viale Mazzini, Carlo Nardello e Deborah Bergamini, si muovono per cambiare la programmazione. E per farlo, nel pomeriggio, la Bergamini non esita a contattare Mauro Crippa, il suo omologo nell'organigramma Mediaset. Poi, alle 21 e 49, telefona a un tale "Vale", che potrebbe essere Valentino Valentini, assistente del Cavaliere. E tre minuti dopo a Fabrizio (forse il direttore di Raiuno Del Noce, appuntano i militari del Nucleo regionale delle Fiamme Gialle): "Debora lo avverte che Ciampi sta preparando un messaggio a reti unificate da mandare in onda alla morte del Papa. Debora gli riferisce di aver avvertito Berlusconi. Debora gli dice che Berlusconi pensa che questo metterà in buona luce Ciampi e avrebbe considerato l'ipotesi di rilasciare anche lui delle dichiarazioni".

Il 2 aprile, intorno a mezzogiorno, una donna contatta la Bergamini: "Le due si lamentano di una persona alla quale non riescono a spiegare che bisogna dare un senso di normalità alla gente al di là della morte del papa per evitare forte astensionismo alle elezioni. Il telefono della chiamante è intestato alla Rai". Lo stesso giorno, alle 14.31, un non meglio identificato Silvio per Debora: "Le dice che domani sarà a Roma per votare. Debora gli spiega i propri impegni. L'uomo dice di avere paura per le elezioni e del probabile forte astensionismo dei cattolici. Debora lo informa che Ciampi ha preparato un messaggio da mandare in onda al reti unificate. I due dicono che Berlusconi non sarebbe credibile se rilasciasse delle dichiarazioni. I due pensano che Letta e Fini lo sarebbero di più ma loro non possono trasmettere propri messaggi a reti unificate. Debora avrebbe dato parere negativo a Berlusconi sulla sua comparsa in tv".


Le elezioni amministrative. Poco dopo le 15 di quel complicato 2 aprile in cui poco prima delle 22 l'agenzia Ansa batterà la notizia della scomparsa di Giovanni Paolo II, Debora e Benito Benassi, vicedirettore marketing Rai, iniziano a pianificare la strategia mediatica per gestire al meglio le elezioni. Debora "dice che Cattaneo ha chiesto di condividere i loro pareri con quelli di Vespa al quale avrebbero chiesto di non confrontare i voti attuali con quelli delle scorse regionali". Alle 16 ancora Debora per Benito. "Gli dice che Nardello è molto nervoso. Benito ha intuito che il d. g. (Flavio Cattaneo-ndr) vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia più confusione possibile per camuffare la loro portata". Alle 17 la temperatura sale, come la sensazione che per la Casa delle Libertà le imminenti elezioni si tramuteranno in una sconfitta. Debora chiama Del Noce: "Lo informa della programmazione televisiva di Canale 5. Del Noce dice di aver parlato con Rossella. Debora dice di aver parlato con Mauro Crippa di Mediaset".

Alle 18 e 30 Del Noce telefona alla Bergamini: "Le comunica che Vespa ha parlato con Rossella. Del Noce le riferisce che Vespa accennerà in trasmissione "al Dottore" (ndr, Silvio Berlusconi) ad ogni occasione opportuna"". Un minuto dopo Debora contatta nuovamente Crippa: "Parlano dei rispettivi palinsesti". Alle 21 e 37 l'annuncio della morte del Papa. Le comunicazioni a Saxa Rubra apparentemente si placano nella notte. All'indomani, domenica 3 aprile, i seggi vengono aperti. Intorno alle 14, Del Noce telefona a Debora: "Parlano dell'affluenza degli elettori alle urne e degli exit poll. La Bergamini pensa che i dati seri si avranno dalle 21.00 in avanti. I due parlano male di Mazza (direttore del Tg2-ndr). I due accennano al gioco di squadra tra Mimun e Rossella".

Poco dopo Debora è al telefono con una donna: "Parlano della variazione dei palinsesti a seguito della morte del Papa. La donna vive a Roma. Parlano del ritorno di immagine negativo della presenza di Berlusconi alla trasmissione televisiva di venerdì 1.4.05".

Alle 17 è il consigliere Rai Angelo Petroni a fare squillare il telefono sempre più incandescente di Debora: "Voleva chiederle notizie dei sondaggi. Debora dice di aspettare dati attendibili dopo le 18.30". Le telefonate si susseguono velocemente. Benito a Debora: "Le dice che i dati sulle elezioni sono abbastanza disomogenei e che quindi i suoi dati non sono del tutto attendibili (ore 20.00 circa). Benito dice che l'Udc ha comprato voti in Calabria". Alle 21.29, l'allora notista politico del Tg1 Francesco Pionati, oggi senatore dell'Udc, per Debora Bergamini: "Parlano dei sondaggi elettorali e delle ripercussioni delle elezioni sull'azienda Rai. Pionati si raccomanda a Berlusconi tramite la Bergamini".

La mattina di lunedì 4 aprile il nervosismo è palpabile. Poco dopo le 10 del mattino una certa Linda per Debora: "Linda le passa Niccolò Querci, parlano del lutto nazionale e della programmazione televisiva. Debbi dice che loro fanno la prima serata sul Due (per le elezioni) e quindi gli chiede di mettere una cosa forte in prima serata su Canale 5. Si risentiranno tra un quarto d'ora". Alle 18.51 è il direttore generale a scendere direttamente in campo. Tenta la mossa della vita, negare l'innegabile: "Cattaneo per Bergamini dice di aver parlato con Bonaiuti che era con Piersilvio, ma lui sta tenendo duro anche con gli altri dicendo che non è il caso di mandare in onda i dati. Cattaneo dice che sta rompendo i coglioni Follini, ma prima o poi dovranno dare i dati. Cattaneo dice che terranno più duro possibile".

Alle 19.30, arriva la telefonata direttamente da Arcore. È "Berlusconi per Bergamini". Cosa si dicono resta un mistero, perché il brogliaccio non può riportare le parole di un deputato, quale è appunto Berlusconi. Ma sull'altro fronte Cattaneo non demorde: "Dice che deve essere Nexus a dire che non ha i dati nazionali, non la Rai. Bergamini conferma che non li produrrà Nexus. Bergamini dice che alle dieci e trenta poi il Tg3 potrà dare i dati che vuole. Cattaneo dice che anche Vespa fa la serata elettorale e la Bergamini sostiene che "tanto Vespa è Vespa"".

Alle 20.38 la linea Cattaneo sembra incredibilmente prevalere. Benito per Bergamini: "Parlano dei dati elettorali che sono dannosi per uno schieramento e quindi è meglio non darli a Vespa". Alle 22.39 viene sancita la Caporetto. Una nota dell'Ansa ufficializza i dati: "Regionali: Unione verso l'11 a 2. Prodi: l'Italia ci chiede di governare. Follini: una sconfitta su cui riflettere".

Il mattino successivo lo smarrimento all'interno dei vertici di viale Mazzini prosegue mestamente. Questa volta è la direzione del Tg1 per Deborah: "La segretaria gli passa il dottor Mimun Clemente; continuano a parlare della sconfitta di Berlusconi". Alle 10.50 si pensa al rimedio. Un uomo per Debbi: "Dice di aver parlato con Paolo, l'uomo dice che il Cavaliere deve riconquistare il rapporto con il paese senza più vendere fumo. Parlano di dati economici e che i problemi grossi sono al Sud". Alle 13.19 Debbi per una donna: "Commentano lo stato d'animo del premier e la donna dice che dovrebbero andare via molte persone, la donna dice che dovrebbe migliorare la condizione di vita degli italiani". Intorno alle 22 di martedì 5 aprile, la notizia della presenza di Berlusconi a Ballarò, la trasmissione di Rai Tre, coglie tutti di sorpresa: "Ma è pazzo?", si chiedono in viale Mazzini.

Il 7, intorno alle 11, tale Riccardo contatta Debora per proporre drastiche soluzioni: "Parlano di politica e Riccardo dice che bisogna cambiare il portavoce di Berlusconi e Debbi risponde che è d'accordo, bisogna cambiare il modo di comunicare".

L'8 aprile un altro sconosciuto per Debora: "Commentano che ormai sono in mano ai comunisti, poi Debora dice che si devono vedere ed insiste che lui vada da lei. L'uomo dice che ha letto i giornali e gli chiede come sta il suo ex capo (parlano di politica); dicono che devono produrre una cosa scritta e seria. L'uomo parla del suo lavoro. Debora dice di andare a pranzo con Comanducci e Del Noce". Intorno a mezzogiorno un uomo contatta la Bergamini. "Parlano del fatto che Berlusconi è stato inquadrato pochissimo dalle telecamere presenti al funerale del Papa. E fanno commenti sul cerimoniale e sui capi di Stato".

Il Festival di Sanremo. Le incursioni del gruppo Mediaset nella sfera della Rai non si limitano a eventi che possono oscurare l'immagine del Cavaliere. Vanno oltre. Il 24 agosto 2004, per esempio, Querci, top manager di Rti, parla con un uomo di Bonolis, "che ha detto di non capire nulla di musica anche se è stato nominato direttore artistico di Sanremo". Non ci sono problemi. Ci pensa Querci. "Nicolò dice che in relazione a Sanremo ha avuto delle idee e che vuole comunicare all'uomo. Nicolò, tuttavia, dice che la cosa comunque non deve sapersi in giro". Sanremo è sempre Sanremo.

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Sunday, November 11, 2007

Blog

Non è chiuso. Solamente depresso. Da questo mondo ignobile.
Lasciate che passi questa sensazione. Se passa.

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